Il Gruccione: Comodo bilocale 3 posti, al pianterreno di oltre 40 mq, con letto matrimoniale, letto singolo, cucina attrezzata, bagno con doccia e lavatrice.
Servizi compresi: Pernottamento, Costi utenze (acqua luce, gas), Parcheggio coperto, Lavatrice, Connessione internet WI-FI, TV, Aria Condizionata, Barbecue esterno attrezzato, Docce esterne(per chi ritorna dal mare) . La prima colazione viene offerta solo per i pacchetti giornalieri e week-end.
Bassa Stagione
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Media Stagione
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Alta Stagione
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DAL 01/01 AL 31/05
DAL 01/10 AL 22/12
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DAL 01/06 AL 30/06
DAL 01/09 AL 30/09
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DAL 01/07 AL 31/08
DAL 23/12 AL 31/12
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60 €
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350 €
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450 €
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80 € | 150 € |
550 €
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Una natura incontaminata, ricca di piantagioni di olivi e vigneti. Nelle piccole valli si aprono estese zone a pascolo, in cui si possono incontrare vacche maremmane e cavalli allo stato brado. I percorsi naturalistici sono numerosi, come numerose sono le specie botaniche e di fauna presenti.
Dove
Situato a Nord di Roma nella Provincia di Viterbo, ai confini con la Toscana, nei comuni di Canino, Montalto di Castro
Descrizione
Il parco ha una superficie di 900 ettari. Ha iniziato la sua attività nel luglio 2001, da una convenzione del 17 luglio 1999 tra il ministero dei Beni Culturali, la Regione Lazio, i comuni di Montalto di Castro e Canino (sul cui territorio è ubicato). È gestito dalla società Mastarna S.p.a, società con socio maggioritario il comune di Montalto di Castro.
Situato nel cuore della Maremma Laziale, il parco è attraversato dal Fiume Fiora. L’alveo fluviale è ricco di scorci naturalistici suggestivi. Tra le pareti a strapiombo affiorano litotipi di origine vulcanica (lave e tufi) e sedimentari (calcari e travertino); tra le numerose cascate si aprono anche insenature dove il fiume si placa e forma piccoli laghetti: uno dei più estesi è quello del Pellicano. Lungo le sponde del fiume: pioppi, salici, sambuchi, olmi sotto i quali crescono arbusti di alloro, lentisco, mirto. Sui pianori aree boschive ricche di piante della macchia mediterranea. L'habitat garantisce la sopravvivenza e la riproduzione di una fauna costituita da cinghiali, volpi, istrici, faine e di numerose specie di uccelli, sia stanziali che migratori.
All’interno del Parco, si trova l’antica città-stato etrusca, poi romana, di Vulci, testimonianza dell’articolazione di un centro antico. Percorrendo l’antico decumano si va alla scoperta dei resti dell’abitato e dell’impianto termale; si possono visitare le aree sacre dentro e fuori l’abitato e proseguire, infine, nella visita delle numerose necropoli etrusche: Ponte Rotto, Cavalupo, Polledrara, Osteria, Campo di Maggio, Camposcala, ecc. All’interno del parco è possibile visitare il Museo Archeologico Nazionale Etrusco di Vulci, ricco di interessanti reperti provenienti dalla città antica e dai territori limitrofi. Il museo è allestito all’interno di un maestoso castello medievale, la cui fondazione si fa risalire al XI secolo; situato sulla sponda sinistra del Fiume Fiora vi si accede dopo aver superato un imponente ponte, detto "dell’Arcobaleno", di impianto etrusco.
Il Parco si può visitare tutto l’anno, anche nei mesi invernali, poiché la zona, a pochi chilometri dal mare, gode di un clima mite. La visita può essere effettuata in completa indipendenza, seguendo i percorsi segnalati, oppure ci si può avvalere di guide ambientali e archeologiche. Il miglior modo è di farlo senza fretta, così da apprezzare e stupirci di questa parte della Maremma ricca e suggestiva, come fecero i viaggiatori del passato. All’interno del parco si possono effettuare vari tipi di percorsi a piedi, più o meno impegnativi, della durata variabile dalle due alle tre ore. La visita archeologica non prescinde dalla visita naturalistica, poiché il territorio incontaminato è parte integrante dell’epoca. La città si può visitare anche di notte in un suggestivo gioco di luci. Su prenotazione si organizzano percorsi di trekking o escursioni in mountain-bike. Non mancano pacchetti didattici per ragazzi ed adulti ed attività di laboratorio quali la ceramica e il teatro; per i più piccini, storie del bosco.
Da visitare l’Oasi di Vulci. Attraversata dal Fiume Fiora, è stata istituita nel 1989 ed ha una superficie di circa 353 ettari; è gestita dal WWF Italia in convenzione con l’ENEL, proprietario del territorio.
Info
Parco Naturalistico Archeologico di Vulci.
Via della Volta Buia, 2/A - 01014 Montalto di Castro VT
Telefono: +39 0766.879729 - Fax: +39 0766.879024
http://www.vulci.it
La Tarquinia etrusca esercita un fascino particolare nel pur vasto panorama delle testimonianze rimaste dell'antico popolo tirrenico. Salvo rare eccezioni (Chiusi, Cerveteri, Vulci), soltanto a Tarquinia sono state rinvenute, in numero così cospicuo, tombe dalle pareti dipinte che testimoniano della concezione che gli Etruschi avevano dell'Aldilà e dei costumi che caratterizzavano la loro vita quotidiana.
La città sorse fra il X e l'VIII secolo a.C., nel periodo cosiddetto "villanoviano", connotato da tombe a cremazione, e cioè da pozzetti dentro cui veniva collocato un recipiente contenente ossa e ceneri del cadavere cremato. Durante il VII secolo a.C. si realizza in Etruria il passaggio graduale dalle tombe a pozzetto degli incineratori alle tombe a fossa degli inumatori, le fosse si trasformano via via in camere sepolcrali sempre più vaste, più ornate e ricche di suppellettili. Si tratta di suppellettili d'importazione o comunque fabbricate con uno stile che risente dell'influenza culturale ed artistica dei popoli orientali del Mediterraneo, tanto che si usa definire questo periodo "orientalizzante". Dal VI secolo a.C. iniziano a comparire le prime tombe dipinte di Tarquinia cui sono affidate, a causa della perdita delle testimonianze dirette e scritte della civiltà etrusca, molte delle possibilità di decifrare le attività, gli usi, i desideri ed i timori di questo antico popolo. I temi ricorrenti delle pitture funebri tarquiniesi sono: banchetti, musiche, danze, giochi e più tardi, quando la civiltà etrusca era in declino, mostri demoniaci. E' comunque costante la rappresentazione del trapasso come un vero e proprio itinerario, un passaggio verso un nuovo mondo, da compiere a piedi o a cavallo, o su un carro, ovvero attraversando una palude o un fiume.
Per cercare di comprendere il significato che il monumento tombale assumeva per gli Etruschi basti pensare che, dopo aver deposto il cadavere essi chiudevano accuratamente il sepolcro rendendo così inaccessibile ed invisibile ogni preziosità che l'adornava, quasi a far dimenticare il morto ai viventi ed al contrario a far ricordare al morto la vita terrena. Non a caso, guardando proprio in questa prospettiva, il tema più diffuso delle pitture tarquiniesi che datano dal VI al V secolo a.C. è il banchetto: uomini e donne vestite lussuosamente, ricche suppellettili, servitù, accompagnamento di musica, danze e giochi, insomma la possibilità per il morto di rammentare il mondo dei viventi.
Altro tema ricorrente delle pitture tombali di Tarquinia è quello dell'agone, ovvero la rappresentazione di gare e giochi che dovrebbero mostrare la vita nel suo aspetto di combattimento, di guerra e di lotta, fino all'estremo degli spettacoli gladiatorii all'ultimo sangue, una pratica che sembra inventata proprio dagli Etruschi e che rappresenterebbe la vita nella sua pericolosità, nella sua precarietà e nel suo realizzarsi contro la morte. Quando, verso il III secolo a.C. il tramonto della loro civiltà apparve inarrestabile e la disperazione si impadronì degli Etruschi, il sottosuolo di Tarquinia si riempì di figure demoniache sconvolgenti: creature dalle carni bluastre, dèmoni che traghettano i defunti, serpenti barbati, mostri che ghermiscono le loro prede.
Attualmente le tombe di Tarquinia visitabili ammontano a qualche decina, delle migliaia individuate e soltanto alcune sono veramente visitabili dal normale turista, che può osservarle attraverso cristalli protettivi. Esistono in pratica due gruppi di tombe visitabili: un primo gruppo (diviso in sottogruppi di tombe che vengono aperte a rotazione) è situato negli stessi luoghi di rinvenimento, principalmente la necropoli di Monterozzi. Il secondo è visibile presso il Museo Nazionale collocato nel Palazzo Vitelleschi.
Il territorio della Tuscia, termine usato dai latini per indicare la Terra degli Etruschi, si estende su tutta la provincia di Viterbo. La vicinanza a Roma (50 min. da Viterbo) ed alle più importanti città d'arte e luoghi d'interesse dell'Italia Centrale, la rendono ottima base per programmare incontri d'ogni genere. Il contesto storico-artistico-naturalistico di questo territorio consente di organizzare particolari momenti d'incontro nel pieno relax di una natura ancora incontaminata, altrettanto bella di quella umbro-toscana.
Molte le possibilità di escursioni ed attività per ogni tipo d'interesse: con visite ai più importanti siti archeologici etrusco-romani, a ville palazzi e parchi del '500 italiano, ad arroccati ed antichi borghi etrusco-medievali; con passeggiate lungolago o nei fitti boschi dei Monti Cimini; con degustazioni di ottimi prodotti tipici locali in suggestivi ambienti; con rigeneranti bagni e terapie termali, etc.
Qui si sviluppò la grande e misteriosa Civiltà Etrusca la cui storia è ripercorribile nelle più importanti necropoli etrusche come quelle di Tarquinia, Tuscania, Castel d'Asso, Norchia, Sutri ed attraverso i preziosi reperti conservati nei musei del viterbese e le numerose testimonianze d'epoca romana come a Ferento e Sutri, bellissimi ed importanti esempi di Chiese romaniche, barocche e Abbazie cistercensi.
Qui sorgono arroccati Castelli medievali, Ville rinascimentali e Palazzi cinquecenteschi con i loro rari esempi di giardini all'italiana, opere dei più illustri artisti italiani e dei più potenti committenti. Antichissimi e solitari borghi arroccati continuano a vivere, conservando storia, tradizione e magiche atmosfere. NUmerose sorgenti da cui sgorgano le calde acque termali, ricche di molteplici proprietà, a cui già gli antichi romani erano particolarmente legati, e che oggi confluiscono in organizzati centri termali con tutti i comforts e specialità di cure.
Parchi, laghi, boschi e Riserve Naturali protette consentono le più varie attività sportive quali equitazione, trekking, passeggiate a piedi e circuiti in mountain-bike, vela, wind-surf, percorsi naturalistici per non vedenti.
Qui la cucina tipica locale offre ancora oggi antiche ricette e piatti genuini, capaci di stuzzicare anche i palati più attenti.
Se volete scoprire questo magico territorio, vi daremo tutte le informazioni necessarie per ogni tipologia di visita ed escursione.
Per visite guidate
Disponiamo di Guide Specializzate per la Tuscia e tutto l'alto Lazio.
La peculiarità delle nostre guide è senza dubbio la versatilità: la preparazione, la lunga esperienza e la predisposizione di ciascuna asupportare le esigenze e l'interesse di ogni gruppo, trasformano ogni visita in una piacevole ed interessante passeggiata culturale.
Contattateci, vi daremo suggerimenti preziosi per pianificare il vostro soggiorno a Viterbo e nella Tuscia.
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L’Agriturismo Podere Pernice, aperto tutto l'anno, si estende per oltre sette ettari nel territorio della maremma a poca distanza dalle spiagge di Pescia Romana e a pochi metri dal Borgo.
Strada La Moletta,2 Pescia Romana
Tel. : 349.5482014
Email: info@agriturismopoderepernice.it